On The Streets I Ran
Oh a working-class face glares back At me from the glass and lurches "Oh forgive me, on the streets I ran Turned sickness into popular song" Streets of wet-black holes On roads you can never know You never have them but they always have you Till the day that you croak It’s no joke Oh a working-class face glares back At me from the glass and lurches "Oh forgive me on the streets I ran Turned sickness into unpopular song" And all these streets can do Is claim to know the real you And warn: "if you don’t leave, you will kill or be killed" Which isn’t very nice Here, everybody’s friendly But nobody’s friends Oh dear God, when will I be where I should be? And when the palmist said: "One Thursday you will be dead" I said: "No, not me, this cannot be Dear God, take him, take them, take anyone The stillborn The newborn The infirm Take anyone Take people from Pittsburgh, Pennsylvania Just spare me!"
Morrissey and the streets of Manchester suburbs where he was born and raised. In a (imaginary or real) comeback on the streets that saw his childhood and youth, Morrissey is identified by the people living there, the working class, lurching because drunk, through the glass of a pub and glared back at. And Morrissey begs their forgiveness for using his and their sickness in his lyrics now famous or unpopular. Morrissey probably never felt to belong to that world. He always wanted to wriggle out of there as soon as possible, but those streets are still claiming to know the real him. And people praise him for being out of there and despise him for... well, the same reason! Then follows an ironic look to death, which more and more shows up in his lyrics lately, and the funny prediction of a fortune-teller that Morrissey turns into another way to show his sarcastic taste towards life.
Album: Ringleader Of The Tormentors
Year of Publication: 2006
Lyrics: Morrissey
Music: Jesse Tobias
last update: 18.03.2006
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Le vie su cui correvo
Oh una faccia da classe operaia guarda male verso di me dal vetro e barcolla Oh perdonatemi, sulle vie che percorrevo Ho trasformato il disagio in canzone pop Vie di umidi buchi neri Su strade che sicuramente non potete conoscere Tu non le avrai mai ma loro ti avranno per sempre Fino al giorno in cui tirerai le cuoia Non è uno scherzo Oh una faccia da classe operaia guarda male verso di me dal vetro e barcolla Oh perdonatemi, sulle vie che percorrevo Ho trasformato il disagio in canzone impopolare E tutto ciò che queste vie possono fare è rivendicare di conoscere il vero te e ammonirti che, se non te ne andrai, ucciderai o sarai ucciso, il che non è molto carino Qui tutti sono amichevoli ma nessuno è amico Oh buon Dio, quando sarò dove dovrei essere? Quando la chiromante disse: "Un giovedì morirai" Io dissi: "No, non io, questo non può succedere. Buon Dio, prendi lui, prendi loro, prendi chiunque i nati morti i neonati gli infermi prendi chiunque prendi gente da Pittsburgh, Pennsylvania ma risparmia me!"
Morrissey e le strade dei sobborghi di Manchester dove egli è nato e cresciuto. In un ritorno (forse immagninario, forse reale) nelle vie che hanno visto la sua infanzia e la sua giovinezza, Morrissey viene riconosciuto dalla gente del posto, la classe operaia, barcollante perchè ubriaca, dal di fuori dei locali, attraverso un vetro e viene guardato storto. E Morrissey chiede perdono per aver usato il suo ed il loro disagio nei suoi testi ed in canzoni divenute famose ma anche impopolari. Morrissey probabilmente non si è mai sentito parte di quel mondo, ha sempre voluto tirarsene fuori al più presto ma quel mondo da sempre lo reclama a sè, acclamandolo per avercela fatta e disprezzandolo per... la stessa ragione! Infine uno sguardo ironico alla morte, che sempre più spesso ricorre nei suoi testi, e la comica previsione di una chiromante che Morrissey trasforma in un'occasione per mostrare ancora una volta il suo gusto sarcastico nei confronti della vita.
Album: Ringleader Of The Tormentors
Anno di pubblicazione: 2006
Testo: Morrissey
Musica: Jesse Tobias
ultimo agg.: 18.03.2006
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