Questa leggera pantomima termina su una nota di disperazione, con Morrissey che proclama la sua probabile reazione ad un contatto con la Vita Reale. Adotta il cliché di un treno e lo fa proprio, rigenerando la metafora a suo modo.
I titolo è preso a prestito dalla scrittrice e drammaturga Shelagh Delaney (Act I di The Lion In Love), un'altra fonte usata da Morrissey per i suoi primi testi. La dura critica contro la monarchia inglese è un tema che Morrissey riprenderà ancora nella più diretta "The Queen Is Dead".
Da una intervista: "Per me c'è qualcosa di drammaticamente orribile in una persona che riesce a portare un vestito di 6.000 sterline quando nello stesso momento c'è gente che non può permettersi di comprarsi da mangiare. Quando la regina mette quel vestito il messaggio che sta mandando alla nazione è: 'Io sono la maestà eccezionalmente dotata e voi siete degli zotici piagnucoloni'. La stessa idea che le persone si interessino ai fatti relativi a questo vestito è un insulto enorme a tutta la razza umana."
La mera esistenza della monarchia per il protagonista di questo testo è una motivazione per aumentare la propria disperazione per una vita vuota e solitaria. Il suono di ogni treno che passa gli appare tanto triste perché sa che non può prendere quel treno e fuggire da un posto senza emozioni e in cui "ogni apparecchio domestico è come una nuova scienza".
Nowhere fast: lett. "velocemente da nessuna parte", senza concludere nulla, senza progressi. Ad es. l'espressione "we're getting nowhere fast", non stiamo facendo progressi, non stiamo approdando a nessuna conclusione.