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01/11/2010 Probabilmente il testo più poetico nella sua carriera, insieme a Suffer Little Children. Questa canzone dimostra veramente quanto gli Smiths come gruppo siano migliorata nei quattro anni in cui sono stati insieme. Questa canzone sensibile e intelligente tira fuori belle prestazioni di tutti i quattro membri: i picchi e le cadute perfettamente sottomesse di Joyce, la parte sostanziosa e delicata del basso di Rourke, l'arrangiamento fine di Johnny Marr, e, naturalmente, il testo della canzone assolutamente bello saldato alla melodia di Morrissey, la visualizzazione di una voce più espressiva di ogni canzone precedente in tutta la loro carriera.
Per una canzone che parla della fine di un rapporto fittizio, i testi sono opportunamente carichi di immagine. Il protagonista morboso sembra mettere sullo stesso piano la sua morte imminente con una sensazione di totale impotenza - l'immagine di un cadavere a metà vive in una tomba è rapidamente qualificata dalla sua contemplazione del suicidio. Ci viene data l'impressione che il suicidio non è realmente un'opzione per l'autore tormentato, così come egli è allo stesso modo spaventato dalla morte stessa.
In particolare, questo è immediatamente seguita dall'immagine di una coppia nel giorno delle nozze. Percepire delle promesse così permanenti, come in definitiva inutili, il protagonista prende le parti della "triste sposa velata", mentre nutre solo ostilità per l' "amante villano e rozzo". Cinicamente considerando il matrimonio come apatico, vi è una implicazione di fondo che la sposa triste-velato è infatti l'oggetto delle sue attenzioni, o, almeno, che serve come promemoria di lei.
Marco Rossi (milan, italy) 1
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